Trash di Stephen Daldy, film costruito per il box office, dal finale scontatamente lieto, vince dunque il Festival. Insieme a lui un cinese, Shier gongmin / 12 Citizens di Xu Ang
(sezione: Cinema d’Oggi) e a un indiano, Haider di Vishal Bhardwaj (sezione Mondo Genere).
Miglior opera prima l’Escobar: Paradise Lost di Andrea Di Stefano, attore dimenticabile ma buon confezionatore di un film di discreto livello commerciale.
A conclusione della nona edizione Marco Muller ha annunciato, ufficializzandolo, il suo addio alla direzione della manifestazione, la sua terza consecutiva.
Sarà una coincidenza?
Certo se questo è l’esito della mutazione operata sul festival da competizione a Festa del Cinema, affidando la scelta di qualità al pubblico pagante che per la prima volta ha votato e premiato i film di tutte le sezioni del programma della Selezione Ufficiale, l’ipotesi non è poi così peregrina.
Ma per doveroso garantismo, per giudicare qualunque decisione, bisogna pur attendere le motivazioni di un gesto certamente clamoroso.
Niente di fatto, nonostante il merito condiviso dalla maggioranza della stampa, per i notevoli Gone Girl di David Fincher e Kamisama no iutoori (As The Gods Will) di Takashi Miike.
I colpi di scena non sono mancati neanche nelle sezioni secondarie come nel caso di We are Young. We are Strong (Cinema d'Oggi) che era sicuramente più meritevole del cinese Shier gongmin / 12 Citizens di Xu Ang, così come Lo Sciacallo (Mondo Genere) lo era rispetto all’indiano Haiderdi Vishal Bhardwaj.
La sezione Cinema Italia Fiction ha premiato come miglior film di Fiction Fino a qui tutto bene di Roan Johnson e come miglior documentario Looking for Kadija di Franesco G. Raganato.
Laura Hastings-Smith produttrice di X+Y di Morgan Matthews vince nella sezione Alice nella Città ed infine a Last Summer di Lorenzo Guerra Seràgnoli nella sezione Prospettive Italia. In questa sezione i giurati erano degli addetti ai lavori: Jonathan Nossiter (regista), Francesca Calvelli (montatrice), Cristiana Capotondi e Valerio Mastandrea (attori),e Sydney Sibilia (regista).
Il Premio DOC/IT al Migliore Documentario italiano è invece andata a Largo Baracche di Gaetano Di Vaio (Prospettive Italia), con una menzione speciale per Roma Termini di Bartolomeo Pampaloni (Prospettive Italia). Anche in questo caso a decidere il tutto è stata una giuria specialistica costituita da Federico Schiavi (produttore) e composta da Valeria Adilardi (produttrice), Mario Balsamo (regista), Ilaria De Laurentiis (montatrice) e Paolo Petrucci (regista e montatore).
Un festival che se non ha brillato per le scelte dei premiati ha comunque recuperato in prestigio, sia agli occhi dei fans che dei fotografi grazie allo sbrilluccichio delle star convenute: da Benicio del Toro-Escobar a Kevin Kostner per il suo Black and White, da Richard Gere al festival con il film "Time out of mind" a Willem Dafoe e Clive Owen, fino a Geraldine Chaplin.
Che rivedremo, probabilmente più numerose, al prossimo Torino Film Festival dal 21 al 29 novembre.
E la buona notizia è che quella non sarà una festa.
Vincenzo Basile