Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

15/11/24 ore

Immigrazione, undici proposte per un salto di qualità



 

In questi anni, la questione immigrazione è stata affrontata con un approccio di mero ordine pubblico, una gestione che ha alzato muri e costruito discriminazioni. Per liberare gli immigrati dai ghetti e dalla marginalità, il partito radicale propone una nuova visione tradotta in norme efficaci, insieme ad una distribuzione più responsabile delle risorse; ma chiama soprattutto ad una determinazioneper fare diventare migranti cittadini come tutti gli altri.

È stata una riflessione collettiva nuova, aperta e concreta, quella emersa dal convegno “Immigrazione – una sfida e una necessità” promosso dal Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale, Transpartito, il 14 giugno alla sala Zuccari del Senato. A fare da raccomandazione ai lavori, il bellissimo documento "Da migranti a cittadini: undici proposte per un salto di qualità", che sottraendosi dall'idea di riforme epocali, propone una serie d’idee, non esaustive ma fattibili. Una serie di semplici provvedimenti amministrativi da adottare dall’attuale Governo (e in alcuni casi dalle Camere) nei pochi mesi entro la fine della legislatura,ma che possono intervenire rapidamente e positivamente su molti aspetti della vita degli stranieri nel Paese. “Applicare le norme buone e rimuovere le illegalità in materia”, in riassunto.

Un approccio pragmatico, quello del partito radicale, scaturito anche da una visione senza ideologia,realistica e legalista del fenomeno. “Unintero settore sociale che non è non transitorio”, come ricorda in apertura la Vice Presidente del Senato la leader radicale Emma Bonino, “ma destinato a vivere con noi, e da riportare alla legalità”. Cioè ghetti e illegalità da rimuovere per liberare le risorse economiche e civili dei lavoratori immigrati.

A venire puntuale, in sostegno alla tesi del convegno, il messaggio augurale del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, (il fenomeno migratorio) chiama, infatti, le istituzioni a un costante impegno per favorire l’integrazione pienamente garantendo il principio della legalità, senza per altro mai trascurare il rispetto dei diritti umani”. Facendo uscire i migranti dallo sfruttamento lavorativo e della clandestinità, per combattere ogni forma di sfruttamento degli stessi, che non hanno tutele solo perché irregolari. Come ha anche ribadito il Presidente del Senato, Renato Schifani, agli immigrati regolari che vivono e lavorano nel nostro Paese vanno garantite ''condizioni di lavoro in tutto e per tutto uguali a quelle applicate ai lavoratori italiani''.

Coraggioso il documento perché, per la prima volta, chiama a liberarsi dal sistema di reclusione nei CIE per rendere la detenzione amministrativa una soluzione residuale. Cioè di applicare la (mai applicata) direttiva interministeriale del 2007 dei ministri Amato e Mastella, per identificare gli immigrati detenuti nei carceri. L’Iom stima che nei Cie, la metà dei migranti trattenuti provengano direttamente dalle carceri dove non vengono avviate le procedure d’identificazione.

Giuliano Amato, che ha aperto il convegno, notava che “ se non si riesca a identificare una persona in 3 mesi, non ci si riesce in 6, ancora meno in 18 mesi”, concludendo che “lo stato detentivo ha finito per perdere la sua giustificazione, che era di identificare persone in posizione irregolare, in un tempo breve e limitato”. Altre proposte riguardano la rimozione delle normative su espulsioni, respingimenti che violano le norme europee e internazionali e recenti sentenze nazionali ed europee.

Ugualmente all’avanguardia, il documento del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale, Transpartito, riconosce la logica della separazione etnica che ha portato alla segregazione dei campi rom. Valuta come atto importante del Governo Monti la nuova strategia nazionale per l’inclusione di rom, sinti e camminanti, ma segnala il rischio di contraddizione con l’apertura del nuovo villaggio attrezzato della Barbuta, destinato alle sole comunità di etnia rom e sinti; chiede al Comune di Roma di sospendere l’assegnazione delle unità abitative. E una circolare ministeriale per fermare le modalità irregolari degli sgomberi delle comunità rom. Anche i numerosi sgomberi che subiscono le comunità rom sono irregolari, ed è urgente una circolare dell’Interno per ripristinare il rispetto del diritto nelle operazioni di sgombero.

Infine il documento chiede alla Camera dei deputati di tornare a discutere nelle prossime settimane, della cittadinanza; per rimuovere le disuguaglianze nell’esercizio dei diritti civili e politici tra cittadini nati in Italia. Deve tornare urgentemente all’attenzione il tratto fondamentale di uno stato democratico, il suo carattere inclusivo, per permettere a tutti di godere pienamente di tutti diritti fondamentali, tra i quali la cittadinanza si pone come aspetto decisivo.

Insomma, un appello dai radicali, che come ha dichiarato Amato, chiede alla coscienza, di rimuovere leggi che violano alcuni principi costituzionali, ma soprattutto, un appello alla legalità. Per rispettare la legalità, però ci vuole la coscienza. Ora tocca vedere se il Governo tecnico agisce.

Flore Murard Yovanovitch


Aggiungi commento