Rita Bernardini e Deborah Cianfanelli hanno sospeso lo sciopero della fame durato nell’ultima fase 30 giorni e portato avanti per chiedere al governo l’emanazione dei decreti attuativi della riforma dell’ordinamento penitenziario, provvedimenti adottati dallo stesso ministro.
Le due esponenti del partito radicale hanno incontrato per circa 1 ora il ministro Orlando, incassando la riconoscenza per l'importante attività di supporto attraverso dell'iniziativa nonviolenta intrapresa per sollecitare l'azione del governo in materia di carceri.
Ma ciò non basta. Orlando ha ancora bisogno di aiuto, in vista dell'approvazione da parte del Consiglio dei ministri dei approvare circa il 60/70 percento dei decreti delegati già arrivati e che riguardano in particolare le modifiche dell'ordinamento penitenziario e l'ultima parte relativa alle misure di sicurezza, le pene alternative e il carcere minorile.
Al termine dell'incontro con il ministro di Giustizia, Bernardini e Cianfanelli si sono dette comunque soddisfatte, dopo le rassicurazioni che entro la metà di dicembre il tutto arriverà sul tavolo di Palazzo Chigi.
“Quindi, le cose stanno marciando bene – ha sottolineato Bernardini – e i contenuti tutto sommato sono positivi”. In particolare, “per quanto riguarda la sanità penitenziaria e l'affettività in carcere”. Purtroppo non è previsto quanto richiesto da i radicali (ma che non poteva esserlo nella delega) in merito “all'aumento dei giorni di liberazione anticipate”. In compenso, verrà stabilità “una forma di aumento dei giorni legata alla partecipazione al lavoro e ai lavori di pubblica utilità. Questi saranno al massimo 30 giorni in un anno e riguarderanno quei i detenuti che aderiscono al piano trattamentale”.
“E' previsto senz'altro l'aumento del lavoro, grazie anche al rifinanziamento della legge Smuraglia che dà la possibilità alle imprese di intervenire”. A tal proposito, Bernardini ha sottolineato l'importanza che vengano proposti ai detenuti dei lavori qualificati da fare in carcere”. Anche perché, cuoco a parte, attualmente i lavori in carcere sono sostanzialmente non qualificati.
Restano da vedere le misure alternative. Si sa che è “prevista una maggiore diffusione che inciderà sul sovraffollamento penitenziario, con misure di semplificazione per quanto riguarda l'intervento dei magistrati di sorveglianza”.
Insomma, il quadro è da considerare positivo. Tuttavia, Bernardini e Cianfanelli invitano a non abbassare la guardia, appellandosi anche agli 11mila detenuti che le hanno sostenute in questi giorni di satyagraha: perché “non è finita”. “Ancora un po', poi la strada dovrebbe essere in discesa”.
Per ora si è preso atto che “questo venerdì la riunione del Consiglio dei ministri è saltata”, perché il Premier Gentiloni è all'estero. Si attende di verificare “cosa accadrà venerdì prossimo e se la questione verrà messa all'ordine del giorno. Inizia per questo la nuova fase della battaglia nonviolenta”.
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