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16/11/24 ore

Il brand Cappato


  • Antonio Marulo

Dall'eutanasia alla cannabis. Ieri Dj Fabo, oggi i semi della pianta miracolosa. Marco Cappato connota sempre più la sua azione disobbediente con un genere peculiare nella storia radicale e si ritaglia con abilità uno spazio personale nel miserabile marasma post-pannelliano.

 

Il risultato mediatico delle sue iniziative individuali (e senza partito) di disobbedienza civile sembrano avere maggiori e insolite fortune rispetto alla media radicale: un po' per le ottime pubbliche relazioni giornalistiche coltivate negli anni, un po' per la capacità di intervenire nel dibattito coi tempi giusti, mentre due importanti leggi, sul fine vita e la cannabis legale, giacciono in Parlamento.

 

Per l'occasione - della serie “la mia impresa sono me” - ha pensato anche a un sito web rigorosamente “ad personam”, sulla scia della capostipite Emma Bonino.

 

Da marcocappato.it è partita così l'ultima trovata social, rilanciata con puntualità dai giornali: con almeno 3 euro l'ex pupillo di Pannella distribuisce il seme, affinché ognuno possa coltivare e fumarsi la propria. L'obiettivo è quello di protestare contro lo stallo in Parlamento sulla legge per la legalizzazione del consumo di marijuna. La legittima speranza – dopo il caso del suicidio assistito con annessa autodenuncia - è quella di beccarsi un bel processo che dia maggior risalto al tutto. Non ultimo al brand Cappato.

 

 


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