L’ennesimo suicidio dietro le sbarre, il 14° dall’inizio dell’anno, è avvenuto nel carcere di Piacenza. “Una mattanza che non accenna a diminuire a causa delle condizioni inumane e degradanti di buona parte delle nostre prigioni". Una ragione ulteriore che spinge Rita Bernardini a proseguire lo sciopero della fame, che dura ormai da oltre un mese per sensibilizzare chi di dovere.
"A questa tragedia umana – spiega in un comunicato il segretario di Radicali Italiani -, si aggiunge la notizia dello smantellamento dell’Alta Sicurezza del carcere Due Palazzi di Padova, uno dei pochi che funziona dal punto di vista del recupero sociale e civile dei detenuti. Lo smembramento dell’AS significa che decine di detenuti che lavorano acquisendo una professionalità o che studiano con profitto (alcuni dei quali sono universitari), verranno presi come pacchi e condotti in altri istituti perdendo così ogni speranza di futuro reinserimento e/o di recupero. Dal Dap, che conferma la notizia, si dice che l’operazione sarà fatta con la massima attenzione, che molti detenuti verranno de-classificati e che quindi rimarranno a Padova, che quelli che lavorano non saranno spostati e che, nel caso siano commessi errori, questi verranno successivamente rimediati".
"Fatto sta - sottolinea Bernardini - che c’è il forte rischio che il comma tre dell’articolo 27 della Costituzione - secondo il quale 'le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato' - diviene sempre più fantomatico, carta straccia nemmeno riciclabile che umilia lo Stato di diritto".
E l’umiliazione dello stato di diritto nel nostro Paese è stato certificato anche in sede europea con una nuova sentenza di condanna in merito ai fatti della scuola Diaz di Genova nel corso del G8. La Corte europea dei diritti umani ha parlato apertamente di tortura, rimarcando anche l’inadeguatezza della legislazione italiana in proposito.
I Radicali nella scorsa legislatura avevamo presentato delle proposte di legge per l'identificazione delle forze dell'ordine e, naturalmente, anche per l'introduzione del reato di tortura nel codice penale. Un'introduzione che osservi il dettato della Convenzione delle Nazioni unite sulla tortura del 1984 ratificata dall'Italia nell'88 e non il compromesso al ribasso adottato dal Senato che de-tipicizza il reato e arriva a imporre l'ergastolo se la 'tortura' provoca la morte del torturato.
Per denunciare l’inerzia del nostro legislatore e più in generale il modo con cui il nostro paese viola la propria legalità costituzionale e i propri obblighi internazionali, Rita Bernardini prosegue il suo sciopero della fame (giunto al suo 34° giorno), al quale si unisce anche Marco Pannella con uno sciopero anche della sete.
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