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16/11/24 ore

Referendum radicali, missione compiuta in parte



Con circa 50mila firme in più del necessario per legge, alla fine i radicali ce l’hanno fatta a raccogliere e consegnare le firme per il pacchetto di referendum sulla giustizia giusta. Così, “malgrado tutto, malgrado 60 anni di partitocrazia antifascista erede della partitocrazia fascista - dice Marco Pannella- riusciamo a far esprime il popolo che non ha il diritto di scegliere…"

 

Elezioni anticipate permettendo e sorprese non auspicabili da parte della Cassazione, che sarà chiamata a valutare la correttezza delle firme raccolte, gli italiani potranno quindi pronunciarsi su temi che già di per sé costituiscono una significativa riforma della Giustizia da tanto tempo attesa.

 

Non potranno invece decidere – come affermano in un comunicato congiunto il segretario e il tesoriere di Radicali Italiani, Mario Staderini e Miche le De Lucia – “se abolire il finanziamento pubblico dei partiti e la truffa dell’otto per mille, scegliere il divorzio breve, superare le leggi criminogene su immigrazione e droghe”. Per questi quesiti, legati alla campagna Cambiamo noi, si sono raggiunte infatti solo 200mila firme circa, comunque depositate in Cassazione dal comitato promotore.

 

Nel frattempo proseguirà l'iniziativa radicale per restituire a tutti i cittadini la pienezza del diritto a promuovere referendum. Nel consegnare le circa 200 mila firme raccolte per i referendum Cambiamo noi, sottolineano sempre Staderini e De Lucia, è stata depositata in Cassazione "una prima memoria con la quale si descrivono le violazioni ai diritti civili e politici dei cittadini che si sono verificate durante tutta la campagna referendaria".

 

Radicali Italiani “attenderanno il giudizio dell’Ufficio centrale per il Referendum per poi presentare una denuncia contro lo Stato italiano innanzi al Comitato diritti umani dell’ONU per la violazione del Patto internazionale sui diritti civili e politici”.

 

Sono stati inviati “ai parlamentari della Repubblica - informano sempre Staderini e De Lucia - una serie di modifiche normative che introducono misure di semplificazione e digitalizzazione per ‘legalizzare’ il procedimento referendario, dalla possibilità di firmare per via telematica al superamento degli ostacoli legati all'autenticazione e alla certificazione delle firme, sul modello di quanto accade in Svizzera e California”.


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