“La macchina del fango la sta mettendo in moto il gruppo dirigente del PD (ben diverso dai suoi elettori) con i suoi potenti mezzi di comunicazione tentando una operazione mediatica, anche animata sui social network, che screditi i suoi accusatori. L’aveva tentata anche Firmigoni e sappiamo com’è andata a finire. Auspichiamo comunque sin da ora che Zingaretti acconsenta alla pubblicità del processo, cosicché la gente possa comprendere, e non faccia come Firmigoni o Bassolino; d’altra parte le parole trasparenza e rinnovamento sono le sue parole d’ordine, o no?
Da parte nostra sicuramente quereleremo Zingaretti per diffamazione in relazione alla sua nota di stampa titolata “Querelo i radicali per diffamazione. Falso vergognoso sui miei contributi”, poiché, non essendoci alcun falso, questa è diffamazione e, un minuto dopo ricevuta la querela per diffamazione, denunceremo Zingaretti per calunnia che è il reato che punisce chi incolpa falsamente taluno di un reato sapendolo innocente.
In tutto questo il sig. Zingaretti, lavoratore dipendente subordinato a tempo indeterminato di un Comitato Provvisorio, non ha ancora spiegato qual’era il suo precedente stipendio coi DS, se ha mai lavorato per il suo nuovo datore di lavoro, quanti giorni, con che mansioni e perché ha ritenuto, da Parlamentare Europeo in carica, di dover sottoscrivere un contratto di lavoro il giorno prima di accettare la candidatura a Presidente della Provincia con la coalizione di centrosinistra che gli avrebbe assicurato quantomeno una elezione certa quale consigliere provinciale, se è vero che in forza di quel contratto e delle norme di legge in vigore la Provincia di Roma ha versato al Comitato Provvisorio del PD Lazio i contributi assicurativi, previdenziali, assistenziali e le quote di TFR.
Davanti alla vera opposizione dei due Radicali in Consiglio spesso Storace gridava “aridatece Montino”, chissà se ora Zingaretti dirà “aridatece Storace”.
Il problema che Zingaretti ora vuole celare dietro la baraonda mediatica che sta per sollevare contro i Radicali è che certi comportamenti, al di là del fatto se costituiscano o no reato – lo vedrà la magistratura – sono semplicemente inaccettabili per le decine di migliaia di disoccupati e per qualsiasi persona normale che si sveglia la mattina per recarsi sul posto di lavoro faticosamente conquistato”.
La lista “Amnistia – Giustizia – Libertà”, Radicali Italiani e Radicali Lazio pubblicheranno a breve documenti che chiariscono ulteriormente la vicenda.
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