Marvin Wilson, afroamericano, 54 anni, diagnosticato come affetto da "ritardo mentale", sarà fra poche ore condannato a morte per un omicidio nel 1992, se il governatore del Texas non accoglierà la richiesta di commutazione della condanna a morte.
Come denuncia Amnesty International, dieci anni fa, con la sentenza Atkins v. Virginia, la Corte suprema federale proibì l'esecuzione di persone con "ritardo mentale", lasciando tuttavia che fossero i singoli stati a stabilire il modo con cui rispettare tale divieto.
Finora non sono arrivati segnali in proposito dalle autorità preposte. "Delegare alle autorità del Texas di valutare se le singole esecuzioni violassero o meno la sentenza è stato come lasciare una volpe all'interno di un pollaio" - ha commentato Rob Freer, ricercatore sugli Usa di Amnesty International.
Gli avvocati di Wilson hanno per due volte fatto ricorso alle corti statali e federali per chiedere l'applicazione della sentenza Atkins al loro assistito. Gli appelli sono stati respinti, nonostante un neuropsichiatra con 22 anni di esperienza alle spalle, nominato da una corte, avesse confermato il ritardo mentale di Wilson.
Ora la Corte suprema federale è stata sollecitata a esaminare il caso. Ormai è questione di ore, si attende un responso per impedire l’esecuzione.
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