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01/04/25

La mano invisibile dell’arte: la personale di Gianluk in Art alla Galleria dei Miracoli


Categoria: MOSTRE
Pubblicato Martedì, 04 Marzo 2025 12:13

L’uomo ha quasi sempre bisogno dell’aiuto dei suoi simili e lo aspetterebbe invano dalla sola benevolenza; avrà molta più probabilità di ottenerlo volgendo a suo favore l’egoismo altrui e dimostrando il vantaggio che gli altri otterrebbero facendo ciò che gli chiede”.

 

— Adam Smith, La ricchezza delle Nazioni

 

 di Giulia Anzani

 

Dal 27 febbraio al 3 marzo, la Galleria dei Miracoli su via del Corso n°528 ha ospitato The Invisibile Hand of Art, mostra personale di Gianluk in Art, visitabile gratuitamente.

 

Il titolo della mostra strizza l’occhio al concetto di “mano invisibile” teorizzato dal filosofo ed economista Adam Smith, secondo cui le azioni individuali, guidate dall’interesse personale, possono generare effetti positivi per l’intera società. 

 

Nella fattispecie, l’arte diventa una forza silenziosa ma potente, capace di influenzare il pensiero collettivo stimolando nuove riflessioni.

 

Gianluk in Art, nome d’arte di Gianluca De Grazia, è un artista calabrese trapiantato a Roma, dove insegna economia presso le scuole superiori. Da circa un decennio si occupa di pittura come strumento di indagine e di espressione, in cui la ricerca di una comunicazione visiva immediata si intreccia in maniera indissolubile con una profondità concettuale stratificata. 

 

Attraverso la sapiente combinazione di tecnica, simbolismo e uso audace del colore, De Grazia sviluppa un linguaggio pittorico in cui la materia cromatica diventa essa stessa significato, un mezzo per esplorare le dinamiche della contemporaneità e dell’animo umano. 

 


 

Il suo stile, fortemente surrealista, richiama intense suggestioni simboliche in cui la realtà si trasfigura in un immaginario vibrante e visionario. Attraverso una tavolozza accesa, De Grazia costruisce scenari in cui figure enigmatiche e allegorie si intrecciano in un continuo dialogo tra sogno e riflessione.

 

La sua pittura attinge a una dimensione emotiva e metafisica, trasformando ogni elemento in simbolo di tensioni interiori e sociali. 

 

Tra le opere più d’impatto, c’è sicuramente Berlino 2050: una visione futuristica e allo stesso tempo profondamente attuale, in cui una volta stellata con una luna brillante, sovrasta un muro spaccato. La fanno da padrone i riferimenti ai social network, in un’opera che invita a interrogarsi su barriere, reali e virtuali, che caratterizzano il nostro tempo. Un futuro incerto dominato dall’iperconnessione e dall’illusione della comunicazione globale.

 


 

Un’altra serie di grande impatto visivo è Barchetta dell’amore, un trittico in cui le protagoniste sono fragili barchette di carta. Tuttavia, più che gli elementi figurativi, sono i colori ad assumere un ruolo dominante: il contrasto tra tonalità intense e sfumature morbide crea una narrazione visiva il cui viaggio, il desiderio e la vulnerabilità s’intrecciano in una poetica sospesa tra sogno e realtà. 

 

Sono molto interessanti gli esperimenti con materiali differenti, che contribuiscono a creare opere in cui la materia stessa amplifica il significato. In Jeeg cuore d’acciaio, ad esempio, l’artista utilizza cuori in rilievo e una cornice luminosa dotata di LED cangianti, che trasformano l’esperienza visiva in un gioco dinamico di luce e colore

 

Elementi di uso comune come specchi e penne Bic si trasformano in strumenti simbolici per esplorare il rapporto tra arte e realtà, tra vissuto individuale e immaginario collettivo.

 


 

Uno dei leitmotiv della sua produzione è la rappresentazione dell’individuo e dei ruoli sociali, tema reso con particolare efficacia dalla figura del giocoliere — protagonista di opere come Uomo Giocoliere, Punto di vista e Viaggio in un sogno dantesco — che diviene emblema della precarietà dell’identità in una società in perenne cambiamento

 

Attraverso questo personaggio, il pittore esplora la tensione tra libertà e costrizioni sociali, suggerendo una riflessione sull’adattamento, il concetto della maschera e la resistenza personale. 

 

Le sue tele affrontano anche questioni fortemente legate alla parità di genere, all’equilibrio di potere e al riconoscimento dei ruoli sociali, come nel dipinto Il re e la regina, in cui il primo piano della figura femminile pone l’accento sul ruolo della donna nella società e sulla necessità di una maggiore equità. Il dipinto suggerisce un dialogo tra potere e identità, richiamando tematiche storiche e contemporanee sulla rappresentazione del femminile nell’arte e nella società.

 


 

Altri lavori, come Il dono, riflettono sulla preziosità della vita attraverso l’evocativa immagine di un uovo che si irradia di giallo brillante, simbolo di nascita e protezione.

 

L’opera richiama il concetto di origine e rinascita, sottolineando l’importanza della cura e del rispetto per l’esistenza umana.

 


 

 

La scelta dell’uovo come soggetto centrale si carica così di un significato ancestrale e universale, legato alla fragilità e al potenziale della vita, un richiamo alla necessità di preservare ciò che è più puro in un mondo spesso dominato dall’indifferenza. 

 

Con The Invisible Hand of Art, De Grazia ci invita a esplorare un’arte che trascende il visibile, agendo come una forza impalpabile ma potente, capace di scuotere le coscienze e risvegliare nuove prospettive.

 

Un’occasione unica per immergersi in un universo pittorico che mescola emozione, denuncia e poesia visiva con una forte carica simbolica.

 

 

 



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